venerdì 24 novembre 2017

DISEGNATI I COLLEGI ELETTORALI: CODEVIGO ALL'UNINOMINALE CON LA BASSA PADOVANA E LA SACCISICA

Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo che ridisegna i collegi elettorali in vista della consultazione politica del marzo 2018, secondo la nuova legge elettorale denominata “Rosatellum”. Ci saranno due schede -una per la Camera, una per il Senato- divise in seggio uninominale e quota proporzionale, senza voto disgiunto. Per quanto riguarda Codevigo, i suoi abitanti eleggeranno il deputato del seggio uninominale assieme agli elettori della Bassa Padovana e della Saccisica, mentre al proporzionale il livello di riferimento è l'intera provincia di Padova.
Al Senato, si ripresenta lo schema della Bassa Padovana a cui si aggiunge il capoluogo ma non i comuni dell'Alta e quelli immediatamente periferici a Padova. Questo per l'uninominale, mentre per il proporzionale il collegio comprende le province di Padova, Vicenza e Verona.

lunedì 20 novembre 2017

NUOVO ESODO DALLA BASE DI CONETTA: IL CENTRO DI ACCOGLIENZA ORMAI È UN COLABRODO

Anche oggi, nonostante il sovraffollamento della ex base militare di Conetta si sia ridotto dopo la marcia della scorsa settimana che la ha alleggerito di circa 200 migranti, e il fatto che alcuni di essi siano tornati al campo preferendolo alle nuove sistemazioni di Jesolo, un gruppo di alcune decine di richiedenti asilo è uscito lungo via Rottanova con valigie e borsoni dichiarando di non voler più fare ritorno nella struttura, le cui precarie condizioni di vivibilità sono da anni poste in discussione anche dal sindaco di Cona Panfilio.
I rifugiati, controllati senza disordini dagli schieramenti di polizia e carabinieri, si sono messi in cammino fin da stamane scortati dalle associazioni di solidarietà, raggiungendo il confine tra la provincia di Venezia e quella di Padova, dove sono stati bloccati in località Correzzola. Alcuni hanno indietreggiato fino a Pegolotte, dove sono stati raggiunti dalla comunicazione che avrebbero trovato nuova collocazione a Piove di Sacco, nel patronato della parrocchia di Sant'Anna; altri ripareranno a Noale e in altri centri del Miranese. Nessun tentativo di riportare i migranti al campo è riuscito. È tuttavia possibile che nelle prossime ore l'esodo continui, dimostrando ancora una volta ciò che a tutti è noto, ovvero che il sistema-Conetta non regge più.

Eventuali ulteriori aggiornamenti in seguito.

mercoledì 15 novembre 2017

MIGRANTI A CODEVIGO: UN MORTO IN INCIDENTE STRADALE. CHIESA APERTA PER IL RIPARO NOTTURNO A 200 PERSONE

A margine della protesta dei migranti a Codevigo, si è verificata una tragedia nella serata di mercoledì verso le ore 20. Un ivoriano richiedente asilo, dell'età di 35 anni, è stato travolto e ucciso sulla strada dell'Argine Sinistro Brenta da un monovolume guidato da un 40enne della provincia di Padova, mentre cercava di raggiungere in bicicletta la piazza del piccolo centro assieme ad altri compagni: ancora non è dato conoscere la dinamica dell'incidente, certo il buio e l'assenza di fanali d'illuminazione hanno giocato un ruolo pesante. Nell'urto sono state coinvolte altre due biciclette, che sono abbandonate fuori uso nella discesa golenale dell'argine: non risultano tuttavia al momento notizie di altri feriti fra i ciclisti, ma non sarebbe improbabile.
Intanto dopo una lunga mediazione fra le autorità, tra cui il vescovo di Padova monsignor Claudio Cipolla, sono state aperte le porte della chiesa di San Zaccaria, dove i rifugiati trovano riparo per la notte, con l'impegno a fuoriuscire nella mattina di giovedì, intenzionati a riprendere la marcia -che hanno chiamato “della dignità”- verso le istituzioni veneziane. Prima dell'estenuante trattativa erano accorse diverse associazioni solidariste da Padova, dalla Saccisica e anche da Chioggia (come esponenti del commercio equo e solidale e della rete Chioggia Accoglie) che hanno portato coperte termiche e altro materiale necessario al bivacco notturno.
Il sindaco del paese, Annunzio Belan, era stato interpellato dalla rete di sostegno alla protesta dei migranti per chiedere l'apertura del vicino palasport, e alle telecamere di Codevigo Azzurra -nonostante il disturbo di qualche esagitato- dice: «Ho fatto loro la proposta di tornare a Cona in pullman per la notte e domattina di essere portati sempre in pullman a Venezia, purché non dormissero nei giardini pubblici. Ma non è stata accettata. Grazie alla disponibilità delle forze dell'ordine che stanno presidiando il territorio. Il prefetto ha garantito che domani i rifugiati partiranno per Venezia».

I MIGRANTI ACCAMPATI A SANTA MARGHERITA INCONTRANO IL PREFETTO: "CHIUDERE CONETTA, RESTIAMO QUI"

I migranti di Conetta, accampati a Santa Margherita, non cedono. Nemmeno l'incontro con il prefetto, avvenuto attorno alle ore 14 sulla strada arginale della frazione di Codevigo dove circa 200 persone reclamano diritti e dignità, ha smosso la situazione: il prefetto Boffi e il questore Gagliardi hanno loro spiegato che non sussistono al momento soluzioni tecniche alla richiesta di ricollocamento in altre strutture, invitando i richiedenti asilo a tornare alla ex base militare e fissando un nuovo incontro fra cinque giorni. Il gruppo si è riunito e ha deciso di restare a Santa Margherita, controllato dalle forze dell'ordine, per significare il proprio punto fermo -ancorché pacifico- sulla vicenda. L'associazione Melting Pot Europa sta coordinando l'arrivo di coperte termiche per i rifugiati, oltre a pentole per il tè caldo; nel frattempo lo stesso campo di Conetta è ancora occupato, dopo l'invito al prefetto a sincerarsi delle condizioni termiche, igieniche e di vita quotidiana all'interno del centro di accoglienza, con la pressante richiesta di una sua chiusura che vede d'accordo anche il sindaco di Cona Alberto Panfilio, presente in tutti i passaggi.

Al proposito, Federico Fornasari dell'Unione Sindacale di Base -da anni attenta alle questioni dei migranti e in relazione alla Coalizione Internazionale dei Sans-Papiers di cui gli ospiti di Cona fanno parte- dice ai microfoni di Codevigo Azzurra: «Questi richiedenti asilo sono una punta avanzata dello sfruttamento sul lavoro e di privazioni di condizioni degne di vita (vedi i casi denunciati dalla CNN di vendita all'asta in Libia, ndr). Ricordiamo che una ragazza ivoriana è morta nella ex base di Conetta lo scorso gennaio. Non vogliono tornare indietro per incontrare il prefetto, lo hanno voluto incontrare qui, proprio per non tornare a Conetta manco simbolicamente». Si tratta di un anticipo, continua Fornasari, della marcia della dignità che si terrà a Roma il 16 dicembre: «Visto che le istituzioni di prossimità non accolgono le richieste, vogliamo che il governo centrale apra un piano straordinario di accoglienza degna per queste persone, le quali godono di diritti in quanto esseri umani. Quindi chiudere il campo di Cona e consegnare situazioni migliori a livello abitativo». La marcia continuerà fino a buon esito: «Di circostanze come Cona ce ne sono in tutta Italia, sono analoghe nei campi dei braccianti nel Foggiano dove i lavoratori sono baraccati in condizioni disumane e sfruttati dalla malavita», conclude il sindacalista USB. “Cona no buono” è ormai il nome in codice della marcia, e la sua conoscenza ha travalicato i confini regionali per assurgere alla cronaca italiana.

NUOVA MARCIA DEI RICHIEDENTI ASILO DI CONETTA: "NON TORNEREMO ALLA BASE". IL SINDACO: "VA CHIUSA"

Non erano stati fuochi di paglia le manifestazioni degli ultimi due giorni da parte dei richiedenti asilo fuori dalla ex base militare di Conetta. Anche stamane circa duecento persone si sono portate sull'argine tra S.Margherita e la Romea, sorvegliate da camionette, corriere, autovetture della polizia e dei carabinieri. Vogliono essere ricevute dal Prefetto di Venezia per riuscire a velocizzare le pratiche per l'accoglienza e l'integrazione, dal momento che le condizioni di vita nel campo si fanno sempre più critiche.

Il sindaco di Cona, Alberto Panfilio, è da due anni e mezzo in prima linea nella gestione dell'emergenza migranti: «Una prima linea fatta da pochi soldati», scherza alle telecamere di Codevigo Azzurra. Dice il sindaco: «Io sono con chiunque protesti contro una vergogna, che è l'apertura del campo di Conetta. Mi auguro che le autorità nazionali si accorgano che hanno sbagliato su tutti i fronti e rimedino alla situazione. Ogni soluzione che non funziona dev'essere sostituita da un'altra. Qui non c'è l'accoglienza diffusa, bisogna trovare soluzioni altrimenti qui si rischia grosso». Eppure proprio il modello SPRAR con numeri certi e piccoli gruppi, ci sentiamo di dire, è l'unico che può far fronte alle esigenze di sicurezza e integrazione da un lato, e allo smantellamento della base dall'altro, finché i migranti non potranno accedere alla propria meta finale che quasi mai è l'Italia.

Kaba viene dalla Guinea ed è riconosciuto anche dagli altri migranti come il leader e delegato a parlare con i media e con le forze dell'ordine. Kaba e gli altri sono seguiti dal sindacato di base USB, al microfono di Codevigo Azzurra dice che «il motivo dell'agitazione è molto semplice: siamo dei richiedenti asilo in marcia pacifica che chiamiamo “marcia della dignità”. Viviamo in condizioni assai precarie al campo di Conetta, e le autorità sono consapevoli della situazione. Ci siamo messi in marcia per dire al governo italiano, all'Unione Europea, all'ONU, all Vaticano, alle associazioni in difesa dei diritti umani, che oggi non vogliamo più tornare a Cona (scandisce la frase, ndr), e non vi ritorneremo. È la sola nostra decisione, irrevocabile. Il governo è responsabile di ciò che ci accade. Vogliamo vivere dignitosamente ed essere integrati. Siamo da più di un anno nel territorio italiano, siamo portatori di un messaggio universale. Chiediamo dignità per tutti, diritti per tutti». C'è unità d'intenti e di obiettivi, quindi, per la comunità di Cona e Conetta che si raccoglie attorno al sindaco Alberto Panfilio e per i rifugiati in marcia verso le istituzioni di livello superiore.